Cosa cambia con Omnibus e “Stop-the-Clock”
- antoniovallardi
- 18 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescente attenzione da parte di cittadini, imprese e istituzioni ai temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG). L’Europa ha fatto da apripista, introducendo regole sempre più strutturate per misurare e rendicontare l’impatto delle aziende sul clima, sulle persone e sulla società.
Ma con il crescere degli obblighi è cresciuto anche il peso burocratico per le imprese, in particolare le PMI, che spesso si sono trovate ad affrontare regole complesse, costose e difficili da applicare.

Ecco perché nel 2025 la Commissione Europea ha lanciato un’iniziativa importante: il Pacchetto Omnibus I, accompagnato dalla direttiva “Stop-the-Clock”, per semplificare la rendicontazione ESG e dare più tempo alle imprese per adeguarsi.
Vediamo cosa cambia davvero, chi sarà interessato e quali opportunità (e rischi) ci sono per le aziende.
Cos'è il Pacchetto Omnibus I?
Il 26 febbraio 2025, la Commissione Europea ha presentato una serie di modifiche al quadro ESG, con l’obiettivo di:
Ridurre il numero di aziende soggette agli obblighi ESG;
Snellire gli ESRS (gli standard di reporting);
Allineare meglio CSRD, CSDDD, Tassonomia UE, e CBAM;
Offrire strumenti semplificati per le PMI.
Con l’obiettivo principale di rendere meno aziende obbligate alla rendicontazione ESG: solo quelle con più di 1.000 dipendenti e fatturati significativi.
Cosa cambia per la CSRD
La Corporate Sustainability Reporting Directive:
Era già applicata da gennaio 2024 a imprese con oltre 500 dipendenti e bilanci significativi;
Dal 2025 avrebbe dovuto estendersi a imprese con oltre 250 dipendenti o 50 M€ fatturato;
Con l’Omnibus, le prime scadenze vengono posticipate di due anni per queste nuove categorie
Cosa significa “Stop-the-Clock”?
La direttiva “Stop-the-Clock”, approvata ad aprile 2025, è pensata per dare tempo alle imprese di adeguarsi alle nuove regole.
In pratica:
· le scadenze della CSRD vengono posticipate di due anni per gran parte delle imprese non quotate,
· gli obblighi della CSDDD slittano rispettivamente al 2028 e 2029, a seconda delle dimensioni aziendali,
· e viene previsto un approccio più graduale per la Tassonomia e CBAM.
Il nome “Stop-the-Clock” richiama proprio l’idea di mettere temporaneamente in pausa il conto alla rovescia normativo, per evitare che l’eccesso di obblighi rallenti la crescita economica e la competitività.
I vantaggi per le imprese
Secondo le stime della Commissione Europea, queste semplificazioni porteranno a un risparmio totale di:
- €4,4 miliardi l’anno in costi amministrativi ricorrenti,
- €2,5 miliardi una tantum legati all’adeguamento iniziale.
Le aziende avranno:
· meno adempimenti da gestire,
· più tempo per organizzare processi interni e raccolta dati,
· e l’opportunità di costruire una strategia ESG più coerente e sostenibile.
Le criticità: attenzione alla qualità dei dati
Molti operatori finanziari, ONG e stakeholder europei hanno però lanciato l’allarme: se si semplifica troppo, si rischia di compromettere la qualità dei dati ESG, proprio nel momento in cui la finanza sostenibile richiede trasparenza, confrontabilità e affidabilità.
Inoltre, le aziende che vogliono distinguersi sul mercato potrebbero decidere comunque di adottare standard completi, anche se non più obbligatori per legge, per rispondere alle richieste di clienti e investitori sempre più esigenti.
Ad ogni modo, indipendentemente dall'obbligo, questa rendicontazione costituisce un vantaggio competitivo per le aziende che decidono di farla.
Cosa deve fare un’impresa italiana oggi?
Ecco alcuni consigli operativi:
· Verificare se si rientra ancora nell’obbligo di rendicontazione secondo i nuovi criteri CSRD.
· Valutare se anticipare l’adozione volontaria degli ESRS, soprattutto se operi in filiere internazionali o con partner finanziari ESG-oriented.
· Pianificare un percorso di transizione.
· Approfittare degli strumenti di supporto messi a disposizione, come linee guida, modelli semplificati e standard dedicati alle PMI.
· Mantenersi aggiornati sull’evoluzione normativa: il Pacchetto Omnibus è in fase di negoziazione e potrebbe subire modifiche nei prossimi mesi.
Conclusioni
Il Pacchetto Omnibus I e la direttiva Stop-the-Clock segnano un importante cambio di passo nelle politiche ESG europee: meno burocrazia ma più realismo. L’obiettivo è non rallentare la transizione sostenibile, ma renderla davvero percorribile per tutti: dalle grandi multinazionali alle piccole aziende manifatturiere italiane.
Chi saprà cogliere oggi l’opportunità di strutturarsi per tempo, sarà domani più competitivo, trasparente e attrattivo sul mercato.
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